Festa della Musica, La Scala propone opera, pianismo e repertori contemporanei

Milano. Il Museo Teatrale alla Scala ha riaperto ai visitatori ieri, sabato 20 giugno, dopo quattro mesi di chiusura. La ripresa dell’attività di quello che è tradizionalmente uno dei musei cittadini più visitati coincide nel fine settimana con la Festa della musica, la celebrazione internazionale che ogni 21 giugno unisce musica e solstizio d’estate ideata nel 1982 dal Ministro della Cultura francese Jack Lang. A partire dal 1995 la Festa si è trasformata in un importante appuntamento europeo.
Oggi, pertanto, l’ingresso al Museo sarà gratuito. Si ricorda che a causa delle misure di sicurezza sanitaria è comunque necessario prenotare la visita sul sito www.museoscala.org. Le misure di sicurezza impediscono per ora anche di organizzare eventi musicali aperti al pubblico nelle sale del Museo: un elegante “salotto” ottocentesco dagli spazi purtroppo ristretti. Il Museo non ha tuttavia voluto rinunciare a un momento musicale per celebrare la Festa della Musica e anticipare i piccoli concerti che ogni anno punteggiano il calendario dei suoi eventi culturali. Per questo ha riunito alcuni artisti amici per una festa musicale che sarà visibile sulla pagina Facebook del Museo e sulle pagine Facebook e YouTube del Teatro alla Scala a partire dalle ore 11. Il concerto al Museo farà anche parte dello speciale dedicato alla Festa della Musica da Classica HD.

La Festa della Musica al Museo riunisce in Sala Esedra momenti musicali diversi tra opera, pianismo e musica contemporanea, accomunati dall’uso del pianoforte donato dalla ditta Steinway a Franz Liszt nel 1883.

Apre il programma il soprano Eleonora Buratto, che alla Scala ha cantato Adina nell’ “Elisir d’amore” diretto da Fabio Luisi. La sua carriera, sostenuta da Riccardo Muti che l’ha diretta al Festival di Salisburgo già nel 2009, ha visto negli ultimi anni nuovi debutti al Metropolitan, al Covent Garden (2018), e alle Staatsoper di Vienna e Berlino (2019). Tra i suoi ruoli d’elezione è Mimì ne “La bohème” e anche al Museo canterà proprio “Sì, mi chiamano Mimì” insieme a “Morrò ma prima in grazia” da “Un ballo in maschera e due romanze” di Tosti. La accompagna James Vaughan, primo maestro di sala del Teatro alla Scala, imprescindibile punto di riferimento per ogni cantante che calchi il palcoscenico del Piermarini.

James Vaughan accompagna anche Andrea Mastroni, nome emergente tra le voci di basso nel cui curriculum compaiono studi di filosofia e una preparazione da clarinettista. Richiesto da teatri come il Metropolitan, l’Opera di Zurigo e il Covent Garden, Mastroni, che ha partecipato all’incisione di Serse di Händel con Il pomo d’oro per DG e ha inciso l’album händeliano “Melancholia” per Egea Music, presenterà tre aspetti assai diversi del suo repertorio: l’aria di Rocco da Fidelio, quella di Mustafà dall’ “Italiana in Algeri” e un Lied da “Die schöne Müllerin”.

Lo Steinway appartenuto a Franz Liszt è protagonista nell’impaginato proposto da Orazio Sciortino. Pianista e compositore (la sua fiaba musicale “La Gattomachia” è stata eseguita al Piermarini dai Cameristi della Scala, l’opera “La paura” da Federico De Roberto è stata presentata al Coccia di Novara, Sciortino ha inciso per Sony, oltre a un CD di sue composizioni per pianoforte, un album di trascrizioni operistiche di Tausig e Liszt. Per la festa al Museo riproporrà trascrizioni lisztiane in ideale corrispondenza con le opere esposte: oltre a Donizetti e Gounod, le parafrasi verdiane di “Rigoletto” e del “Requiem”, la cui partitura è custodita al Museo.

Conclude il concerto uno sguardo sul presente e sull’avvenire. Michele Gamba, pianista e direttore d’orchestra che alla Scala, dopo due sostituzioni in “I due Foscari” e “Le nozze di Figaro”, ha diretto nella scorsa stagione “L’Elisir d’amore”, prima del lockdown stava provando Madina, il nuovo lavoro di teatrodanza di Fabio Vacchi. In attesa di poterlo riprendere in Teatro, Gamba ne parlerà in una lezione concerto sul linguaggio musicale di Vacchi e di Luca Francesconi con esempi al pianoforte dalle partiture di Madina e del concerto per violoncello di Francesconi “Das Ding singt”, che ha recentemente diretto nell’ambito del festival “Milano Musica” con la Verdi.

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